Hannah Wills, Sadie Harrison, Erika Jones, Rebecca Martin, and Farrah Lawrence-Mackey, "Women in the History of Science. A sourcebook"
Università degli Studi di Milano vittoria.brambilla@unimi.it
Londra, University College London Press, 2023, pp. 430. ISBN: 9781800084155
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Il libro Women in the History of Science è una raccolta di lavori di ricerca, curata da un gruppo di eccellenti storiche della scienza, che racconta le storie di protagoniste femminili in un ambito che per secoli è stato considerato prevalentemente maschile. Il volume è una collezione di documenti, iscrizioni, dipinti, lettere e citazioni, che descrivono l’interesse e il contributo delle donne al progresso e alla scienza nella storia.
Il pregio di Women in the History of Science è di considerare le donne di diverse parti del mondo, di dare nomi e riportare i contributi di molte di loro che non sono note ai più, ampliando la visione del ruolo femminile nel progresso scientifico attraverso i secoli. Le donne protagoniste sono quasi tutte reali, anche se ne sono citate di mitiche, come Circe dell’Odissea di Omero, o di dimenticate, come le donne raffigurate intente in particolari attività, probabilmente medicali, sul vasellame di epoche antiche. Queste donne ‘immaginate’ offrono, in ogni caso, una rappresentazione della visione della donna e del suo ruolo nella scienza nel contesto storico in cui sono state descritte.
Il volume è suddiviso in dodici parti che, in ordine cronologico, dall’antichità fino ai tempi più recenti, espongono i contributi di cinquantadue donne. Ciascuna sezione, dedicata a un periodo storico e a un argomento scientifico precisi, è ben contestualizzata grazie a una linea temporale introduttiva, in cui sono collocate le scoperte e le pietre miliari di ciascun periodo nello specifico ambito trattato, affiancate da quelle cui hanno contribuito le donne protagoniste del libro. Una descrizione introduttiva di ciascuna ricerca inserisce le attività scientifiche delle protagoniste nel loro contesto storico e scientifico, ma il fulcro di ciascuna narrazione rimane sempre l’apporto delle donne: le loro immagini e i loro scritti sono esposti e accompagnati da una bibliografia che permette di identificare e approfondire le fonti. La presenza dei documenti originali rende vivo e reale il contatto con le attività scientifiche di queste donne, e permette alle lettrici e ai lettori di formulare anche una critica indipendente, oltre a presentare quella dalle autrici e dagli autori dei capitoli.
Grazie a questo libro, molte donne che hanno riflettuto su questioni scientifiche prima di noi non saranno più escluse dalla narrazione tradizionale della storia della scienza.
I reperti più antichi proposti nel libro (Parte I, dedicata all’antichità sumera, greca, ellenistica e peruviana) si riferiscono ai primi approcci scientifici, con testimonianze, ad esempio, sull’arte di fare i profumi; nella Parte II (dal IX al XVII secolo) sono presentati manoscritti di donne che si interessavano alla medicina, all’astronomia e alle proprietà delle piante. Nella Parte III (XVII secolo) si parla di donne che scrissero libri di medicina, scienze naturali e matematica. Nella Parte IV (XVIII secolo) si indaga sul confine tra arte e scienza, a lungo rimasto indefinito, tramite la descrizione delle opere di scultrici interessate anche alle scienze, di collezioniste e, tra le altre, di Marie-Anne Paulze Lavoisier, moglie del noto chimico Antoine Lavoisier, la quale rappresentò con illustrazioni molto dettagliate gli esperimenti di laboratorio svolti dall’équipe del marito. Nella Parte V (dedicata agli anni tra il 1660 e il 1850) si parla dell’accesso delle donne alle istituzioni che in quegli anni stavano plasmando il pensiero filosofico e scientifico, e sono portati i primi esempi di donne che assunsero ruoli attivi nelle società scientifiche. La Parte VI è focalizzata sull’epoca colonialista dell’Ottocento, in cui le donne si sono occupate, seppur acquisendo meno fama degli uomini con gli stessi interessi, di esplorazioni. Nella Parte VII compaiono le donne del XIX secolo che hanno osservato e descritto la natura: botaniche, entomologhe e donne che si occuparono di medicina. Nella Parte VIII (1823-1919) trovano un loro spazio le donne attive nell’ambito delle scienze della Terra che si interessarono alla geologia, alla raccolta e allo studio dei fossili e alla paleontologia. I saggi della Parte IX (1850-1905) descrivono come le donne cominciarono ad interessarsi in modo preponderante all’educazione e alla cura, e di come si iniziarono ad avvicinare anche alla politica, pretendendo un ruolo nelle decisioni democratiche tramite il suffragio universale. Tra le studiose citate in questa sezione compare anche la matematica e pioniera del computer Ada Augusta Byron contessa di Lovelace. Nella Parte X (1890-1950) sono menzionate le attività di donne che, pur rimanendo dietro alle quinte e senza raggiungere la notorietà degli uomini, hanno contribuito al grande progresso scientifico e tecnologico di quegli anni, soprattutto nell’ambito della medicina. Nella Parte XI (1910-1950), finalmente, troviamo donne che lavorarono professionalmente come scienziate: micologhe, matematiche, psicologhe, docenti universitarie e, tra loro, anche la famosa cristallografa il cui lavoro è stato la chiave per comprendere quale fosse la struttura del DNA: Rosalind Franklin. Nella Parte XII (dal 1965 fino a oggi), infine, viene trattato del rapporto della società col corpo delle donne e si accenna alla lunga assenza di una ricerca medicale attenta al genere, un problema con radici storiche e purtroppo ancora attuale.
Women in the History of Science è quindi una collezione rigorosa che testimonia come le donne, tante di esse, non solo le poche note ai più, spesso ritenute meno attente ai temi legati alla scienza e alla filosofia, abbiano in realtà avuto interesse per questi temi nei secoli e un ruolo importante nel nostro progresso. Viene così in parte svelato un ruolo femminile nella storia della scienza che, dove le rigidità legate al genere sono state meno restrittive, ha permesso alle donne di esprimersi, benché quasi mai fino al punto di essere loro stesse le protagoniste della scienza. In conclusione, il ruolo delle donne nella scienza risulta meno documentato rispetto a quello maschile ma, con uno studio come quello presentato in questo libro, può essere svelato.