Hendrik de Raeff, Enrico Corvino (Delft, 1567/8 - Roma, 1639)
Katholieke Universiteit Leuven noel.golvers@kuleuven.be
Received 03/02/2024 | Accepted 14/02/2024 | Published online 15/05/2024
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Nato a Delft (Paesi Bassi) nel 1567/8, Enrico Corvino (Hendrik De Raeff) arrivò nel 1590 a Roma come farmacista (pharmacopoeus; pharmacopola; speziale). Dopo aver cambiato più volte abitazione, stabilì la propria dimora e la bottega di speziale a via di Monte Giordano all’Aquila Imperiale; successivamente, dopo il 1621, trasferì la propria abitazione di fronte al Monte Brianzo, dove morì nel 1639. Dal 1604 era stato membro attivo del Nobile Collegio di S. Lorenzo in Miranda, e in seguito camerlengo della Confraternita al Camposanto Teutonico. La sua spezieria divenne ben presto il centro di un network di studiosi e artisti provenienti dai Paesi Bassi (tra i quali il pittore fiammingo Pieter Paul Rubens) e dagli Stati tedeschi (come Adam Elsheimer). Di questo network faceva parte anche il medico-botanico Linceo Johann Faber, con cui Corvino collaborò. Il palazzo di Federico Cesi, sede dell’Accademia dei Lincei, era vicinissimo alla sua farmacia ma, benché Corvino fosse in stretto contatto con vari membri dell'accademia, tra i quali Cesi e Faber, non ne divenne mai formalmente membro.
Corvino condusse ricerche di botanica e creò un giardino medico-botanico, botano-trophaeum, alle pendici del Gianicolo. L’Hortus Corvinianus era organizzato secondo criteri stabiliti da Andrea Cesalpino (1524-1603), ovvero con piante della stessa specie contenute in ‘letti’ con motivi geometrici. La fama di questo giardino, rinomato soprattutto per le piante medicinali ed esotiche (fra cui anche molte orchides), si diffuse in Europa, anche grazie alle testimonianze di Johann Faber, Federico Cesi, Athanasius Kircher e altri famosi visitatori. Dopo la sua morte e la successione di suo figlio Francesco, fu visitato da Pietro Bellori, Philip Skippon, Jacques Barrelier. Tra i corrispondenti di Corvino vi furono medici e naturalisti di fama europea come Carlo Avanzi (Rovigo), i danesi Thomas Bartholin (Copenhagen) e Johan Rode (Padova), Giovanni Pona (Verona), Besler iunior (Arenberg), Otto Sperling (Hamburg-Copenhagen) e Carolus Clusius (Leiden). Famose le escursioni botaniche con Cesi e altri membri dell’Accademia dei Lincei (tra i quali Johann Schreck, latinizzato Terrentius, che sarebbe poi diventato missionario in Cina) sulle montagne presso Tivoli e S. Polo de’ Cavalieri (il cosiddetto Pratone). Corvino ricevette semi e piante non soltanto da varie parti d’Europa, ma anche dalla Cina (da Schreck) e ne distribuì campioni ai colleghi in Italia e altrove: a Faber e Tobia Aldini (custode degli Horti Farnesiani), ambedue a Roma; a Francesco Malocchi (Pisa), Fra’ Gregorio da Reggio (Bologna), Friedrich von Fürstenberg (Weytra), Carlo Fuccaro (cioè Fugger, di Augsburg). Ordinò e fece produrre anche disegni delle piante, avvalendosi del talento della figlia Maddalena Corvino e di Giovanna Garzoni.
Corvino svolse un ruolo non marginale all’interno dell’arte degli speziali di Roma, che nel primo Seicento erano circa centocinquanta, ed erano organizzati – dal 1615 ca. – in un Collegium Pharmaceuticum. Nell’Urbe, come in altre città italiane ed europee, gli speziali cercarono di emancipare la propria attività dal controllo dei medici – esercitato attraverso organismi quali i collegi medici e i protomedicati. A Roma, il Collegium Medicorum riuniva medici con una formazione universitaria, tra cui Pietro Castelli, cognato di Corvino. Castelli, che si dedicava a ricerche botaniche e chimiche – spesso in collaborazione con il cognato –, conduceva esperimenti nella spezieria di Corvino [Castelli, 1619, p. 2].
Il Collegio medico era guidato da un protomedicus, che aveva il controllo sugli speziali per la qualità dei prodotti e per i prezzi. Corvino – come straniero poi naturalizzato – partecipò almeno dal 1604 alle adunanze periodiche del Collegio degli Speziali, e il suo nome appare sistematicamente nelle minute di queste adunanze, conservate nell’archivio romano di Via in Miranda. Come farmacista di prestigio Corvino (e poi suo figlio Francesco) vendeva i suoi prodotti e medicamenti a clienti di rango, come Faber, e ai grandi ospedali romani, per esempio al Santo Spirito in Sassia. L’unico suo intervento nelle controversie professionali a Roma fra medici e gli speziali di cui ci resta notizia è sulla vexata quaestio del controllo della qualità e della data di scadenza dei medicamenti [Corvino, 1621, p. 63-68]. A suo parere, questi sarebbero stati da valutare non soltanto in base alla data della loro preparazione, ma anche tenendo conto di proprietà come odore, sapore, calore, di cui solo gli speziali possedevano l’esperienza necessaria per fornire una valutazione competente. Il controllo su queste proprietà era quindi, a suo parere, da sottrarre ai medici e al protomedicato. La sua posizione resta invece sconosciuta a proposito di altre discussioni coeve, come quella che vide opposti Cinzio Clementi e Demetrio Canevari sulla qualità del ‘legno santo’ (guaiacum) venduto a Roma dall’olandese Corrado Arnoldo negli anni 1601-1602.
A partire dalla fine del Cinquecento, sostanze e composizioni chimiche entrarono nella preparazione dei farmaci e Corvino, come suo cognato Castelli, seguì questo indirizzo. Particolare successo ebbero le sue preparazioni a base di 'vetriolo' (anche detto calchantum), autorizzate a Roma dal 1621, con preparazioni di perfetta qualità [Castelli, 1621, p. 4]. Al pari di medici quali Pietro Castelli, Johann Faber, Cinzio Clementi, Giulio Mancini, Corvino promosse questo medicamento chimico. La chimica, secondo Corvino, poteva essere impiegata utilmente anche nell’orticultura, con l’applicazione del salnitro come fertilizzante, di cui egli stesso fece uso nel suo giardino botanico sul Gianicolo [Ferrari, 1633, p. 241]. Il suo prestigio professionale fece del suo pharmacopolium (bottega e officina farmaceutica) un luogo di incontro di speziali e uomini di scienza romani, ma anche di visitatori stranieri, come i botanici e medici olandesi Artus Dalemius, Outgert Cluyt (Augerius Clutius), Hendrik Munting, Ernst Brinck, il medico fiammingo Adrianus Spigelius, il tedesco Otto Sperling, il danese Thomas Bartholin. Corvino fu anche naturalista e costruì un museo di storia naturale con curiosità e mirabilia naturali e artificiali in un luogo separato dalla sua abitazione a Monte Giordano, e in seguito al Vicolo dei Riari, presso il Gianicolo - attività poi proseguita da suo figlio Francesco. Tra i mirabilia presenti nel museo vi erano salamandre vive (proteus anguinus), una tarantula Apula viva e il corno di un rinoceronte. Le curiosità attiravano visitatori sia romani (tra cui Giovan Pietro Bellori, che ne dà notizia nel 1664) [Bellori, 1664, p. 21], sia stranieri, fra cui gli inglesi Philip Skippon e John Ray, il tedesco Johann-Georg Schenck von Grafenberg e Thomas Bartholin. I Corvino non si limitarono alla manipolazione chimica di sostanze ad uso medicinale, ma condussero anche ricerche empiriche su temi di storia naturale, in particolare sulla generazione spontanea, tema ampiamente dibattuto nel corso del Seicento. Cercarono di dimostrare che da una pianta non si può generare un animale e che gli scorpioni non sono generati spontaneamente dal legno putrefatto.
La spezieria di Corvino costituisce un significativo esempio del ruolo che le botteghe degli speziali (anche stranieri) giocarono nella vita scientifica e intellettuale romana del Seicento. Costituivano tessere importanti nel mosaico scientifico e intellettuale della città, erano veri e propri crocevia di contatti e scambi tra farmacisti, chimici, medici e anche pittori – attratti dai pigmenti prodotti dai farmacisti e utilizzati nella pittura. Questi contatti, potenziati anche da una rete di corrispondenza e di scambi di specimina, come i semi, non si limitavano a Roma e al resto della Penisola, ma raggiungevano anche territori lontani, fino all’Europa centrale e nordoccidentale. Come membro statutario del Collegio farmaceutico di Roma, Corvino riuscì ad allargare il suo interesse e le sue ricerche a campi e temi diversi, anche al di fuori del tradizionale sapere farmaceutico, avvalendosi anche, fino al 1630, dei contatti con i membri e corrispondenti dell’Accademia dei Lincei.
Bibliografia
Bellori, 1664 = Bellori Giovanni Pietro, Nota delli musei, librerie, galerie et ornamenti di statue e pittori ne' palazzi, nelle case e ne' giardini di Roma, Roma, Stamperia del Falco, 1664.
Castelli, 1619 = Castelli Pietro, Chalcanthinum dodecaphorion... ad Raymundum Mindererum, medicum Germanum eloquentissimum, Romae, ex Typographia Iacobi Mascardi, 1619.
Castelli, 1621 = Castelli Pietro, Breve Ricordo dell'elettione, qualità e virtù dello spirito et oglio di vitriolo, Roma, G. Mascardi, 1621.
Corvino, 1621 = Corvino Pietro, Opinione d’Arigo Corvino di Delfo in Olandia, spetiale in Roma (…) circa il capitolo delle durationi de’composti che si legge nel Antidotario Romano, inserito in Pietro Castelli, Discorso della Duratione dei Medicamenti, Roma, Appresso Giacomo Mascardi, 1621, p. 63-68.
Ferrari, 1633 = Ferrari Giovan Battista Ferrari, SJ, De Florum Cultura, Roma, St. Paolini, 1633.
Golvers, 2020 = Golvers Noël, Johann Schreck Terrentius, S.J., his European Network and the Origins of the Jesuit Library in Peking (De Diversis Artibus, no. 107), Turnhout, Brepols, 2020.
Golvers, 2023 = Golvers Noël, A Dutch Pharmacist in Early Modern Rome, «Nuncius», 38, 2023, p. 1-40.
Hoogewerff, 1936, 1940 = Hoogewerff, Godefridus Johannes, Henricus Corvinus (Hendrik de Raeff van Delft), «Mededeelingen van het Nederlandsch Historisch Instituut in Rome», 6, 1936, p. 91-109; 10, 1940, p. 123-128.