Raffaella Simili (1945-2022)
Museo Storico della Fisica e Centro Studi e Ricerche Enrico Fermi; miriam.focaccia@cref.it
Sapienza Università di Roma; giovanni.paoloni@uniroma1.it
Università degli Studi di Bologna; sandra.linguerri@unibo.it
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Con tristezza, ma anche con la gioia di averla conosciuta e di aver lavorato per anni insieme a lei, abbiamo accettato l’invito di Scientia a ricordare Raffaella Simili. L’abbiamo incontrata in momenti diversi: Giovanni Paoloni nel 1989, durante la preparazione delle iniziative lincee per il cinquantenario della morte di Vito Volterra; Sandra Linguerri e Miriam Focaccia nella fase più intensa della formazione: la tesi, il dottorato e l’avvio alla ricerca.
Raffaella si era laureata nel 1968 con una tesi su Alcuni aspetti della teoria della conoscenza di Bertrand Russell, relatore Alberto Pasquinelli e correlatore Antonio Santucci. Fu nell’ambito di un accordo tra l’Accademia nazionale dei Lincei e la British Academy che nel 1976 ottenne una borsa di studio a Cambridge, avviando un rapporto ininterrotto a cui teneva molto, in forza del quale divenne in seguito Life Member del Clare Hall College di quell’università.
Fin da subito ha svolto con passione un importante lavoro di ricerca, iniziato nella prima metà degli anni Settanta e durato fino al momento in cui ci ha lasciato. L’attenzione per la cultura anglosassone non è mai venuta meno, ma si è progressivamente allargata ad alcune singolari figure di filosofi e scienziati italiani con speciale riguardo a Federigo Enriques, uno dei fondatori dell’epistemologia contemporanea nel nostro Paese. Raffaella ha curato dapprima il volume Federigo Enriques filosofo e scienziato, in cui eminenti matematici, filosofi e storici delle idee hanno collaborato tra loro facendo emergere la genesi, i motivi e l’influenza delle dottrine filosofico-scientifiche di Enriques. In seguito, ne ha pubblicato una raccolta di scritti e corrispondenze edite e inedite che hanno contribuito a una profonda rilettura del ruolo intellettuale di Enriques nel contesto internazionale dell’epoca, e della sua molteplice attività istituzionale.
In occasione del cinquantenario della morte del matematico Vito Volterra, Raffaella realizzò presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche un’iniziativa in cui emergeva l’intersezione fra la dimensione scientifica e quella politico-organizzativa nell’attività di Volterra, fondatore e primo presidente del CNR. Nei mesi precedenti, per iniziativa di Tullio Gregory, aveva collaborato anche alla mostra promossa dall’Accademia nazionale dei Lincei. Proprio lo studio di Enriques e Volterra, in cui la dimensione storico-disciplinare non poteva andare disgiunta da quella di analisi del contesto socioculturale, economico e politico, la portò a elaborare un approccio storiografico in grado di superare l’ingiustificata separazione allora vigente fra la storia delle idee e delle discipline e la storia delle istituzioni di ricerca, che all’epoca era in Italia in uno stato sostanzialmente embrionale. Questo approccio storiografico innovativo costituisce un tratto distintivo del suo pensiero, e non si è sviluppato senza incontrare difficoltà culturali e accademiche. Tuttavia il dibattito che ne è scaturito ha portato alla formazione di una comunità di studiosi di varia provenienza e formazione, che in questi temi si riconosce.
Questo risultato è stato ottenuto non solo tramite l’attività di ricerca, ma anche attraverso una costante attività istituzionale, a livello nazionale e internazionale: Raffaella ha fatto parte di molti organi di indirizzo del CNR, del Comitato di Indirizzo per la Valutazione della Ricerca, del Consiglio Universitario Nazionale, dell’Editorial Board delle «Notes and Records» della Royal Society, dell’Académie Internationale d’Histoire des Sciences, e ha avuto incarichi importanti nell’International Union of History and Philosophy of Sciences nonché nella European Science Foundation. La collaborazione con i Lincei non si è mai interrotta, e dal 1998 al 2001 Raffaella è stata distaccata presso il Centro Linceo Interdisciplinare Beniamino Segre, dove ha lavorato fra l’altro alla realizzazione di un’opera in due volumi sulla storia del CNR. Fra le iniziative da lei promosse e realizzate nella collaborazione con i Lincei, ne vanno ricordate almeno due: le ricerche sull’attività istituzionale di Quintino Sella e di Guglielmo Marconi, e i volumi sui presidenti lincei delle due Classi, pubblicati dalla casa editrice Laterza.
Fra i sodalizi con cui ha collaborato nella sua infaticabile attività vanno ricordate la Fondazione Marconi, l’Accademia Nazionale delle Scienze detta dei XL, il Centro Ricerche Enrico Fermi, la Società Italiana di Fisica, e naturalmente l’Accademia delle Scienze dell’Istituto di Bologna, della quale fu eletta socia dal 2005. Fra i temi di quelle collaborazioni si trovano l’analisi della comunicazione accademica e delle migrazioni delle idee all’interno delle reti intellettuali, i contributi al progetto La scienza nel mezzogiorno dopo l’Unità d’Italia e alle celebrazioni per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia (dal 2006 al 2011), il Centenario della prima guerra mondiale (dal 2014 al 2018), con iniziative a Roma, Milano, Modena, e ovviamente Bologna. Proprio in quegli stessi anni (dal 2010 al 2018) Raffaella ha presieduto la Società Italiana di Storia della Scienza (SISS), rinnovandone e rilanciandone le attività.
All’interno della SISS, con la sua tipica energia travolgente e il suo agire sempre rivolto al futuro, fece approvare modifiche di statuto che portavano la composizione del Direttivo da 9 a 12 membri, e chiarì come la composizione del Direttivo non solo voleva rappresentare una piena parità di genere, ma essere anche espressione di un’ampia rappresentanza di varie discipline quali la Storia della Fisica, della Matematica, della Psicologia, della Medicina. Sono state numerose le poliedriche attività che Raffaella ha portato avanti in qualità di Presidente. Innanzitutto, le era chiara la necessità di dare nuova visibilità alla Società e dunque si è impegnata per la creazione di un primo sito web; ha inoltre sollecitato e reso possibile la nascita di collaborazioni inedite con altre Società disciplinari, Accademie e Gruppi disciplinari e interdisciplinari: il logo della SISS affiancava quello di altri prestigiosi organismi di ricerca, dal CNR alla Accademia Nazionale delle Scienze detta dei XL, dall’Accademia delle Scienze dell’Istituto di Bologna al Gruppo Nazionale di Fondamenti e Storia della Chimica, per citarne alcuni.
Non si può non ricordare in questo contesto il Christmas Day, una delle creature di Raffaella a cui lei era più affezionata: consapevole dell’importanza dell’incontro e del confronto, a partire dal 2011, in prossimità delle festività natalizie, iniziò a promuovere una riunione, chiamata appunto Christmas Day, ispirandosi alle conferenze ‘natalizie’ tenute da Michael Faraday alla Royal Institution di Londra tra il 1860 e il 1861. Nel corso di quelle riunioni, oltre a lezioni magistrali tenute da specialisti ed esperti, veniva attribuito uno speciale premio alla carriera – l’Oscar SISS – ad uno studioso emerito, competente e organizzatore di cultura scientifica. Nel corso dei due mandati di Raffaella sono stati insigniti del premio SISS alla carriera Alessandro Ballio, Carlo Bernardini, Edoardo Vesentini, Carlo Maccagni, Emilia Chiancone, Robert Fox e Piero Angela. E non curò solo incontri in prossimità del Natale: dopo decenni in cui la SISS era stata soprattutto un luogo per l’incontro di pochi – anche se illustri – esponenti del mondo accademico, nel settembre del 2016 organizzò presso la Fondazione Marconi il primo Convegno Nazionale della Società, con ospiti nazionali; il suo successo ha fatto sì che fosse il primo di una serie, con cadenza biennale.
Né Raffaella si tirò indietro di fronte a problemi istituzionali, ad esempio quelli legati alla sede stessa della Società, all’epoca presso la Domus Galilaeana di Pisa, o al destino della rivista Physis, strettamente collegato al problema della sede legale, auspicandone, in un momento di criticità e incertezza, il mantenimento e il proseguimento. Allo stesso modo aveva a cuore la condizione dei giovani ricercatori: ai Dottori di Ricerca venne data voce nel 2013, in occasione del Christmas Day, per presentare le proprie ricerche e i relativi studi; nel 2018, affrontò la questione del Dottorato di Ricerca in Storia della Scienza, augurandosi che al più presto potesse realizzarsi; alte e continue sono state la sua attenzione e la sua attività rispetto a problemi di politica della ricerca, battendosi per un più alto riconoscimento della disciplina e per una sua più ampia rappresentanza. Il 23 gennaio del 2018, in occasione dell’ultima assemblea della SISS presieduta da Raffaella, fu l’amico e collega Mauro Di Giandomenico, decano della Società, che nel ringraziare la Presidente uscente propose che le fosse conferita la carica di Presidente Emerito. L’Assemblea, all’unanimità, approvò.
Convinta come era che le idee più strettamente scientifiche andassero inserite in un ambito politico e sociale, Raffaella ha ulteriormente allargato gli orizzonti della storia della scienza ad una tematica poco frequentata alla fine degli anni Novanta nella cultura nazionale: il ruolo delle donne nella scienza. Dalla volontà di Raffaella di raccontare la marginalizzazione generalmente patita dalle donne nella scienza e, di conseguenza, la loro persistente invisibilità nella storiografia scientifica sono scaturiti i due volumi pionieristici Scienza a due voci e More than pupils, che hanno illuminato i molteplici modi in cui le donne hanno partecipato all’impresa scientifica, restituendo un’immagine più veritiera e completa della cultura scientifica.
«Scienza a due voci» è diventato il motto di un’ulteriore originale impresa cui Raffaella teneva moltissimo: il primo dizionario online delle scienziate italiane dal Settecento al Novecento, nato in virtù di un accordo di programma tra l’Ateneo di Bologna e il MIUR, e pensato per un pubblico non solo di specialisti. Perché non le sfuggiva l’importanza – anzi la necessità – di disseminare i risultati della ricerca fuori dall’università. Volumi strettamente accademici come Laura Bassi. Emblema e primato nella scienza del Settecento, Einstein parla italiano. Itinerari e polemiche, Sotto falso nome. Scienziate italiane ebree (1938-1945) hanno coniugato la sua sensibilità politica alla sua passione per una divulgazione alla portata di un pubblico ampio, che fosse seria e rigorosa. Una passione che condivideva con Piero Angela, che Raffaella invitò nel 2018 a tenere una lectio su Come la tecnologia ha cambiato la storia, nella Sala di Ulisse dell’Accademia delle Scienze dell’Istituto di Bologna. Nei suoi ultimi anni Raffaella ha infatti dedicato le sue energie alla realizzazione di film-documentari, trasmessi in anteprima su Rai Storia, che hanno avuto grande diffusione: Una Cattedra per Laura Bassi. Bologna 1732, che ha reso attuale l’eredità di questa illustre antenata dell’intelligenza femminile; nonché Einstein parla italiano, che rievoca il forte legame emotivo, intellettuale e politico di Einstein con l’Italia, dai rapporti scientifici con i colleghi fino al suo impegno a difesa della libertà contro la dittatura fascista; sino a curare la serie di documentari sulle scienziate italiane dell’Ottocento in collaborazione con Rai Storia.
Vorremmo infine ricordare la sua sensibilità e passione politica, che dopo la partecipazione alle proteste studentesche degli anni Sessanta è proseguita con determinazione e lucidità nella comunità universitaria e nelle istituzioni culturali e di ricerca. Ha sempre seguito con attenzione i temi dell’equità, delle pari opportunità sociali e di genere, e del riconoscimento del ruolo storico e dei diritti delle donne, senza mai trascurare la necessità di misurarsi con la realtà delle organizzazioni politiche e sindacali. Era consapevole che – nonostante i loro limiti – al di fuori di esse non sarebbe stato possibile raggiungere risultati significativi e duraturi. Come molti di noi, ha guardato con dispiacere e preoccupazione alle contingenze politiche che sembravano indebolire i valori della costituzione repubblicana, e con speranza a quei momenti in cui le sembrava che essi fossero invece difesi e salvaguardati, promuovendone l’attuazione. In occasione dei suoi settantacinque anni avevamo deciso di organizzare a Bologna, presso l’Accademia, un convegno per festeggiarla insieme a colleghi illustri, amici, e allievi, anche per celebrare l’importante riconoscimento di professoressa emerita conferitole il 5 febbraio 2020, coinvolgendo quanti avevano condiviso con lei progetti e linee di ricerca.
Il titolo che avevamo scelto era “La scienza come sistema, tra storia e filosofia”. Nelle nostre intenzioni doveva essere una sorpresa, e ci siamo molto dispiaciuti quando una collega e consocia nell’accademia bolognese ha per errore rotto l’embargo che volevamo mantenere fino a qualche giorno prima. Mangiato albero, foglia e radici, Raffaella volle vedere il programma del convegno, indicò un paio di modifiche che avrebbe voluto apportare, ma ci disse che il titolo e il programma le piacevano molto. E così è stata per noi una consolazione (seppur modesta), di fronte alla sua repentina e inattesa scomparsa, la consapevolezza che Raffaella aveva potuto conoscere il nostro affetto e il nostro desiderio di festeggiarla. Siamo stati allora molto grati a quella collega, e sua cara amica.
Nel frattempo, presso l’Accademia nazionale dei Lincei, per iniziativa di Giorgio Parisi, era in programma un convegno internazionale su Vito Volterra, nel quale era prevista una sua relazione dal titolo Quell'ineguagliabile «Mister Italian Science»: passioni e sfide del Senatore Volterra. Non sapremo mai cosa si preparasse a dirci. Quando il 10 agosto 2022 Raffaella ci ha lasciato soli, sgomenti e addolorati, la vivacità intellettuale che faceva di lei una fucina di iniziative era integra, meditava sulle imprese più antiche, ne progettava delle nuove e ne stava terminando altre, e lasciava a noi che abbiamo avuto il piacere di lavorare con lei, e a tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerla, una strada tracciata e una preziosa eredità. Quel che però non potremo sostituire, e che davvero ci mancherà, sono la sua schiettezza, il suo affetto, e la sua leggerezza nel partecipare, sempre e comunque, alla gioia della vita.
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